Harley-Davidson ha siglato un patteggiamento in Usa per un totale di 15 milioni di dollari per archiviare accuse secondo cui il produttore di motociclette ha violato le leggi che impongono un limite all’inquinamento da emissioni. Secondo il dipartimento di Giustizia e l’Agenzia per la protezione ambientale (l’Epa, la stessa che lo scorso settembre fece esplodere il dieselgate che ha travolto la tedesca Volkswagen), il gruppo ha prodotto e venduto circa 340.000 dispositivi illegali chiamati «super tuner» che, una volta installati, hanno permesso alle motociclette di emettere più emissioni di quelle certificate dall’Epa. Inoltre, è la tesi del governo Usa, Harley-Davidson ha venduto oltre 12.000 moto prive di una certificazione Epa con la quale si garantisce che un veicolo rispetti gli standard richiesti. L’azienda non ha ammesso di avere barato ma ha accettato di pagare 12 milioni di dollari di multa e di spendere 3 milioni in progetti per l’aria pulita. «Vista l’importanza di Harley-Davidson nel mercato, questo è un passo molto significativo verso il nostro obiettivo di fermare la vendita di defeat device illegali che provocano inquinamento dannoso sulle nostre strade e nelle nostre comunità», ha dichiarato John C. Cruden, assistente del segretario alla Giustizia nonchè a capo della divisione Ambiente.
«Chiunque altro produca, venda o installi questo tipo di prodotti illegali dovrebbe prestare attenzione alle azioni correttive di Harley-Davidson e smettere immediatamente di violare la legge», ha aggiunto. Ora il produttore di motociclette è tenuto a fermare entro il 23 agosto la vendita in Usa del dispositivo incriminato (simile a quello installato direttamente da VW sulle sue auto) e si impegna a riacquistare gli esemplari nei concessionari della nazione e a distruggerli. Dal canto suo Harley-Davidson ha spiegato che «questo patteggiamento non è un’ammissione di alcuna responsabilità ma un compromesso in buona fede con l’Epa su aree della legge che interpretiamo in modo diverso, specialmente la tesi dell’Epa secondo cui è illegale per chiunque modificare un veicolo certificato anche se viene usato solo per competizioni fuori strada o su circuito». L’idea dell’azienda è che per oltre due decenni un tale dispositivo dedicato alle competizioni è stato venduto e considerato legale in Usa.